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Dopo il Forcelletto la strada aggira una montagnola dall'aspetto insignificante. Vale la pena di scendere dalla bicicletta e raggiungerne la vicina sommità. Questa montagna di 1549 mt , con le dorsali ancora martoriate dai crateri delle bombe, è il monte Pertica. Sono gli ultimi giorni di Ottobre del 1918. Il sogno di quell'impero sovranazionale illuminato e tollerante è definitivamente concluso, i nazionalismi hanno prevalso e la fine della guerra è questione di giorni. Sulla zona del Grappa, fra le truppe di un esercito Austroungarico allo sbando, è dislocato quel che resta del pluridecorato 7º Reggimento Fanteria Khevenhüller, formato da intrepidi montanari carinziani. Sono chiamati "Diavoli Bruni" e vogliono difendere il proprio valore ed il proprio onore conquistando la cima del Pertica per l'ultima volta, anche se sanno bene che non la potranno tenere che per poche ore. E' il 27 Ottobre 1918. Alle 6.30 con una avanzata inarrestabile e furiosi corpo a corpo i Diavoli Bruni conquistano la cima per onorare la loro bandiera e i tantissimi camerati caduti. Una conquista che durerà solo qualche ora con una perdita di 862 uomini e 35 ufficiali.
Ho un appuntamento a Cima Grappa e mi fermo a raccogliere due genzianelle. Sono per l'eterno bambino delle fiabe. E di eterno bambino si tratta. Nato in Ungheria a Rusca Montană, caduto nel massiccio del Grappa a 20 anni.
Bassano, passando per le superbe architetture di Ca' Cornaro e di Ca' Erizzo, che ospitò Hemingway e gli altri sfaccendati amici di Harvard che volevano vedere la guerra da vicino (ma non troppo). Il premio dell'impresa....due "mezo e mezo", con la sublime sapidità del rabarbaro, bevuti alla antica distilleria Nardini al Ponte degli Alpini.